GIOVANI AVVOCATI RIVOLUZIONANO LA CONSULENZA LEGALE

Non ci sono targhe di un giallo similoro e non occorre raggiungere un palazzo elegante di Prati o dei Parioli. Sta al piano terra, all’altezza della strada, accanto al salumiere. È un negozio in piena regola, con tanto di vetrina ma non vende merce. È l’«avvocato del cittadino», aperto da poco in via dei Fulvi, a Cinecittà. È un piccolo centro che offre consulenza legale gratuita o quasi, praticamente a chiunque: anziani e giovani, stranieri e casalinghe. Chi vuole entra, chiede e ottiene risposta. Soprattutto, è il sogno di quattro ragazzi dai 27 ai 32 anni, che non hanno paura della crisi e si sono messi, da soli, armati di codici e talento, a costruirsi un futuro.
«Con una cifra simbolica di 20 euro – spiega il responsabile, Francesco Felici – offriamo un pacchetto di cinque consulenze su qualsiasi materia di diritto civile o penale. Si fissa un appuntamento e diamo tutte le delucidazioni e i consigli possibili, con un linguaggio comprensibile. A quel punto il “cliente” può decidere se proseguire con noi, creando un rapporto professionale di tipo privatistico, recarsi presso uno studio o lasciar perdere». Mentre per le vertenze di lavoro, l’associazione prevede l’assistenza senza anticipo sugli onorari degli avvocati.
È l’impronta sociale dunque la forza motrice dell’idea: ci si può chiarire un dubbio senza paure di salassi o brutte figure. Il mio vicino non mi dà tregua, è rumoroso, insopportabile, come ne vengo a capo? Il medico non mi ha curato bene, ora che faccio? Domande non banali a cui è ancora più difficile trovare risposta in un quartiere difficile come Cinecittà.
Da considerazioni simili a queste è partito Francesco insieme con i suoi compagni d’avventura, ovvero Daniele Vincenzo Mistretta, Paolo Iafrate ed Emanuela Astolfi. «Tutto è iniziato una sera al telefono – ricorda Emanuela -. Da tempo volevamo fare qualcosa di stimolante dal punto di vista sia personale che professionale, trovare una vetrina per mostrare che cosa ci portiamo dentro. Quando abbiamo saputo che questo negozio era sfitto, ne abbiamo approfittato in un baleno. Vorremmo cambiare il mondo, risolvere qualche disagio: noi, in piccolo, abbiamo deciso di provarci così».
Così, cioè grazie a un’insegna molto particolare e con la voglia di crescere in fretta: «Ci piacerebbe – riprende Francesco – creare sportelli informativi totalmente gratuiti in collaborazione con il municipio. In verità, avremmo potuto chiedere da subito all’amministrazione locale di mettere uno spazio a nostra disposizione, ma sarebbe stato troppo comodo iniziare con il paracadute. Era giusto scommettere su noi stessi ed essere giudicati dalla gente». «Era un modo – chiude Emanuela – per essere vicini e visibili da quelle persone che vedono gli avvocati come figure distanti, irraggiungibili». E che oggi, almeno a Cinecittà, sono in un negozio qualsiasi. Utopia? Forse, ma l’importante è cominciare.

©IL GIORNALE

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